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7 Giugno 2024

Ufficiale: stop a decontribuzione sud dal 1° luglio 2024. cosa cambia?

È ufficiale: il 30 giugno 2024 scade il periodo di operatività di Decontribuzione Sud e la misura agevolativa non sarà più rinnovata.

A confermarlo è il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, nel corso del question time alla Camera dei deputati del 15 maggio 2024, in risposta a specifica interrogazione parlamentare posta da un esponente dell’opposizione.

Lo stesso Ministro però dichiara che il Governo sta valutando nuove misure analoghe.

Durante il question time alla Camera dei deputati del 15 maggio 2024, il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, in risposta a interrogazione parlamentare n. 3-01206, ha dichiarato che Decontribuzione Sud non potrà essere prorogata, per scelta non del Governo, ma della Commissione europea che non prorogherà il Temporary framework per l’Ucraina.

“Il Governo”, aggiunge il Ministro, “è al lavoro in modo efficace per rendere possibili misure analoghe, che trovano già in parte, all’interno del decreto Coesione, interventi specifici in questa direzione, per far sì che le risorse da utilizzare per il Mezzogiorno d’Italia non siano utilizzate in mille rivoli di spesa e polverizzate in mille piccoli interventi, ma vadano su scelte più precise”.

L’interrogante rileva che si vuole sostituire “una misura generale, a favore del Mezzogiorno, estesa a tutti i rapporti, nuovi e in essere, con qualsivoglia tipologia contrattuale, con i ben più circoscritti incentivi – «bonus giovani», «bonus donne», «bonus zes» – contenuti nel «decreto coesione» (decreto-legge 7 maggio 2024, n. 60), come emerge chiaramente dal confronto fra gli oneri finanziari per il 2025, pari a circa 5,9 miliardi di euro per la decontribuzione Sud e i circa 735 milioni di euro complessivi per le nuove misure”.

E lo stesso interrogante fa presente che era stato avviato un negoziato per rendere Decontribuzione Sud strutturale fino al 2030.

Dal 1° luglio 2024 i datori di lavoro perdono la possibilità di applicare lo sgravio (del 30% fino al 2025) sui contributi previdenziali dovuti per tutti i rapporti di lavoro subordinato instaurati in una delle regioni ammesse (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia).

Il decreto Coesione ha introdotto nuovi incentivi per i datori di lavoro privati, temporanei, per le assunzioni effettuate nel periodo 1° settembre 2024-31 dicembre 2025: il Bonus Giovani, il Bonus donne e il bonus Zes Unica.

Tutti i bonus in questione si applicano per un periodo massimo di 24 mesi e, per le assunzioni nella ZES unica, nel limite massimo di 650 euro su base mensile per ciascun lavoratore (l’esonero non concerne i premi o contributi spettanti all’INAIL).

Per la loro operatività, occorrerà attendere

  • l’emanazione di un decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze;
  • l’autorizzazione della Commissione europea (non richiesta nel solo caso del bonus donne);
  • le istruzioni dell’INPS.

Un iter lungo e complesso che lascerà, nell’attesa, scoperte le aziende che finora hanno profittevolmente applicato Decontribuzione Sud.

Fonte: Edotto.com