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9 Giugno 2023

SMART WORKING, COSA CAMBIA DAL 1 LUGLIO 2023? IPOTESI ULTERIORE PROROGA, MA NON PER TUTTI

Lo smart working è stato il principale strumento per consentire la continuazione dello svolgimento del lavoro durante i periodi di pandemia, specialmente nei momenti di lockdown. Il lavoro agile è stato largamente impiegato da imprese e pubbliche amministrazioni per poter proseguire con il lavoro nonostante l’arrivo del Covid-19.

Questa modalità è stata impiegata anche successivamente al termine della pandemia, in particolare con l’arrivo del Decreto Milleproroghe, che ne ha prorogato l’applicazione per alcune categorie di lavoratori. Ancora per tutto il mese di giugno è possibile applicare questa modalità di lavoro senza la necessità di stabilire un accordo individuale a priori.

La proroga al momento è fissata fino al 30 giugno 2023 per i lavoratori fragili, sia nel settore privato che nel pubblico, e per i genitori con almeno un figlio minorenne con età fino ai 14 anni nel settore privato. Cosa accadrà successivamente a questa data? Facciamo chiarezza in questo articolo.

Smart working, come funziona la proroga

Per ciò che riguarda la proroga al lavoro agile, introdotta con il Decreto Milleproroghe, ovvero con “Disposizioni urgenti in materia di termini legislativi“, questa è confermata fino alla fine di giugno di quest’anno. Questo vuol dire che i lavoratori che appartengono a determinate categorie possono accedervi, in via prioritaria. Si tratta in questo caso di un vero e proprio diritto.

Le categorie di lavoratori interessati da questa proroga sono:

  • lavoratori fragili, ovvero maggiormente esposti a possibili contagi, ad esempio coloro che hanno delle patologie particolari pregresse, nel settore pubblico e nel privato;
  • genitori con figli a carico minorenni, con meno di 14 anni di età, nel settore privato.

In questi casi lo smart working è semplificato, ovvero si può accedere a questa modalità di lavoro in modo diretto, senza la necessità di stabilire un accordo individuale specifico.

Questa proroga di fatto ha portato avanti una modalità che è stata ampiamente adottata gli scorsi anni per rispondere alle esigenze dei lavoratori più fragili.

Smart working per lavoratori fragili

Per ciò che riguarda i lavoratori fragili, le condizioni mediche e sanitarie per rientrare in questa categoria sono state specificate da un apposito decreto del Ministero della Salute risalente al 4 febbraio 2022.

Sono inclusi in questa categoria i lavoratori che sono particolarmente esposti ad un possibile contagio a causa di immunodepressione, patologie oncologiche o che seguono terapie salvavita.

Smart working per genitori con figli under 14

L’altra categoria che può beneficiare del lavoro agile semplificato è quella dei genitori con figli under 14. In questa casistica vi rientrano i lavoratori che hanno almeno un figlio di età inferiore a 14 anni, e devono anche essere soddisfatte alcune ulteriori condizioni che riguardano il nucleo familiare.

Possono accedervi le famiglie in cui non è presente un genitore non lavoratore, e solamente se non ci sono altre forme di sostegno al reddito, per cessazione o sospensione del lavoro.

Se queste condizioni vengono rispettate, il lavoro agile può essere applicato in via semplificata senza un accordo individuale a questi lavoratori.

Smart working, cosa cambia dal 1 luglio 2023

Queste regole valgono esclusivamente per i lavoratori che rientrano nelle categorie specifiche viste sopra, e solamente fino al 30 giugno 2023. Successivamente, a meno che il governo non intervenga con una nuova proroga, la misura di semplificazione terminerà.

Questo vuol dire che a partire dal 1 luglio 2023 anche i lavoratori che appartengono a queste categorie torneranno a lavorare in presenza, e verranno ristabilite le norme ordinarie sul lavoro agile.

Nel caso in cui si voglia continuare con il lavoro agile, sarà quindi necessario stipulare un accordo individuale specifico, e per i datori di lavoro si prevedono ulteriori obblighi. Sarà indispensabile l’accordo tra aziende e sindacati, e molte aziende stanno già procedendo in questa direzione, garantendo il lavoro agile qualche giorno alla settimana ai propri lavoratori.

Tutti i datori di lavoro che hanno applicato lo smart working in via semplificata grazie al Decreto Milleproroghe e intendono proseguire con il lavoro agile, dovranno stipulare accordi specifici e

comunicare tutte le informazioni di queste prestazioni entro 5 giorni, perché non sarà più possibile accedervi in via semplificata.

Le informazioni dovranno comprendere la data di inizio e quella di fine della prestazione lavorativa in smart, e dovranno essere inviate al Ministero del Lavoro, con tutti i dati relativi al lavoratore e all’accordo in essere.

Chi potrà continuare a lavorare in smart working

Il lavoro da remoto potrà continuare solamente nel caso di accordi individuali tra il lavoratore e l’azienda, tuttavia va considerata anche una specifica norma che garantisce la priorità di accesso al lavoro agile per alcuni lavoratori nel pubblico e nel privato.

Si tratta dell’articolo 18, comma 3-bis, Legge numero 81/2017, per cui i datori di lavoro devono prevedere l’assegnazione di mansioni in modalità agile con via prioritaria, ai lavoratori con figli fino a 12 anni di età, oppure con figli disabili, oppure a lavoratori con disabilità, o ancora per lavoratori caregivers, che si occupano di assistere una persona non autosufficiente.

Dopo il primo giorno di luglio 2023 questi saranno gli unici casi in cui il datore di lavoro, nel caso di assegnazione di mansioni da remoto, dovrà dare la priorità a questi lavoratori.

Da questa data, l’accordo dovrà essere stipulato dalle aziende esclusivamente in forma scritta, e potrà essere a termine oppure a tempo indeterminato.

Comunicazione obbligatoria per i datori di lavoro

L’accordo individuale, che sarà necessario da luglio 2023, prevede l’obbligo per i datori di lavoro di comunicare al Ministero del Lavoro tutte le prestazioni erogate dai lavoratori con questa modalità. A questo fine si può procedere dal sito Servizi.lavoro.gov.it accedendo con le credenziali digitali.

Si utilizza il modulo allegato al Decreto ministeriale numero 149/2022, o in alternativa si possono utilizzare i servizi telematici API REST inviando una richiesta su Urponline.lavoro.gov.it.

Fonte: Lavoro e Diritti