A partire dal 2021, ogni 25 luglio si celebra la Giornata Mondiale della prevenzione degli annegamenti indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Nonostante il lavoro svolto dalle campagne di sensibilizzazione, i dati continuano ad essere preoccupanti.
Caratteristiche generali dell’annegamento
L’annegamento è una delle principali cause di morte accidentale. Per tale motivo, rappresenta un rischio concreto per la vita, spesso sottovalutato. Secondo le stime dell’OMS, ogni anno muoiono tra le 200.000 e 300.000 persone per annegamento a livello globale. In Italia, invece, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) rileva una media di circa 350 decessi all’anno.
Il rischio di annegamento rappresenta un aspetto significativo anche in ambito di sicurezza sul lavoro, specialmente nelle aree situate nei pressi di specchi d’acqua naturali o artificiali, come piscine, laghi, dighe, o impianti idrici e marittimi.
Quali sono le cause?
Le principali cause di annegamento sono:
- Malori o alterazioni psicofisiche (es. alcol, stupefacenti);
- Ridotta sorveglianza e disattenzione;
- Carenza di abilità natatorie;
- Scarso impiego degli specifici DPI;
- Assenza di barriere fisiche o di segnaletica.
Malore e shock termico
L’analisi approfondita dei dati dell’OMS suggerisce che la principale causa di morte per annegamento sia riconducibile all’insorgenza di malori. Molto spesso, a determinare questi stati di malessere è lo shock termico. Lo shock si verifica quando si instaura, tra la temperatura dell’acqua e quella del corpo, una notevole differenza (ad esempio, a seguito di un bagno in acque con temperature inferiori ai 15 °C). Il soggetto colpito da shock termico può perdere i sensi; in questo stato, il rischio di annegamento aumenta drasticamente con un esito potenzialmente letale.
Principali ambienti a rischio
- Piscine pubbliche e private
Oltre il 50% degli incidenti si verifica in questi ambienti e coinvolge soprattutto bambini sotto i 12 anni. Le barriere di sicurezza e l’educazione precoce al nuoto possono essere risolutive.
- Laghi, fiumi e dighe
Correnti invisibili, fondali irregolari e mancanza di sorveglianza aumentano il rischio di annegamento. Segnaletica chiara e monitoraggio ambientale sono strumenti chiave per la prevenzione.
- Mare
Correnti di risacca e variazioni meteorologiche improvvise mettono in pericolo anche nuotatori esperti. La presenza di bagnini qualificati e di dispositivi di sicurezza è essenziale.
- Ambito lavorativo
Lavori su barche, pontoni, aree portuali o impianti idroelettrici espongono a rischi diretti di annegamento. Necessaria valutazione del rischio, DPI adeguati e formazione specifica.
Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per la prevenzione dell’annegamento
La normativa europea sui DPI, in particolare il Regolamento (UE) 2016/425, definisce i requisiti fondamentali per i dispositivi di protezione destinati alla prevenzione di rischi gravi, come l’annegamento, soprattutto in contesti lavorativi. I DPI specifici per la sicurezza in ambienti acquatici includono:
- Giubbotti salvagente e cinture di galleggiamento: progettati per mantenere il corpo a galla, sono essenziali soprattutto in ambiti lavorativi in cui vi è un’esposizione diretta all’acqua (pontili, imbarcazioni, lavori in aree portuali);
- Dispositivi di segnalazione acustica e visiva: come fischietti e lampeggianti, utili per segnalare tempestivamente situazioni di pericolo o richiedere soccorso;
- Sistemi di ancoraggio e imbracature: prevengono le cadute accidentali in acqua.
L’utilizzo corretto e la manutenzione regolare di questi DPI riducono drasticamente il rischio di annegamento. La formazione dei lavoratori deve prevedere un’adeguata conoscenza delle caratteristiche tecniche dei dispositivi e delle procedure di emergenza.
Normativa italiana e obblighi di sicurezza
In Italia, la prevenzione degli incidenti da annegamento sul lavoro è disciplinata principalmente dal D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro), che impone al datore di lavoro la valutazione del rischio e l’adozione di misure preventive specifiche. Tra queste vi sono:
- L’analisi delle condizioni ambientali e operative che possono aumentare il rischio di annegamento.
- L’obbligo di fornire DPI conformi alla normativa europea e di assicurare formazione e addestramento adeguati.
- L’implementazione di piani di emergenza e procedure di primo soccorso.
Per gli ambienti pubblici come piscine, la normativa di riferimento include il Decreto Ministeriale 18 marzo 1996, che regolamenta i requisiti strutturali, la sicurezza degli utenti e la presenza di personale qualificato per la vigilanza.
Strategie tecniche e organizzative per la prevenzione
La prevenzione dell’annegamento richiede un approccio multidisciplinare e integrato, che include:
- Installazione di barriere e segnaletica: recinzioni sicure, cartellonistica chiara con indicazioni di pericolo, profondità e presenza di correnti.
- Sistemi di videosorveglianza e allarme: monitoraggio costante degli ambienti acquatici per rilevare tempestivamente situazioni di rischio.
- Formazione: per lavoratori e utenti, comprendente corsi di nuoto, tecniche di salvataggio, utilizzo DPI e riconoscimento dei segnali di pericolo.
- Pianificazione delle emergenze: protocolli precisi per la gestione tempestiva degli incidenti, con dotazione di presidi di primo soccorso e personale addestrato.
L’importanza della sorveglianza e della formazione
La sorveglianza attiva e una formazione adeguata costituiscono pilastri imprescindibili nella prevenzione degli annegamenti. La presenza di personale qualificato, come bagnini e addetti alla sicurezza, assicura un monitoraggio costante e un intervento immediato in situazioni di pericolo. Parallelamente, programmi di formazione periodica e aggiornamenti specifici garantiscono agli operatori competenze sempre allineate alle migliori pratiche.
Conclusioni
L’annegamento rappresenta una minaccia seria e spesso sottovalutata in molteplici contesti, dal tempo libero all’ambito lavorativo. L’adozione di misure preventive tecniche, l’impiego corretto dei DPI, il rispetto delle normative vigenti e la formazione continua sono le chiavi per ridurre significativamente i rischi. Solo un approccio integrato e consapevole può garantire la sicurezza degli individui esposti a queste situazioni di pericolo.