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5 Dicembre 2025

Rischio elettrico in agricoltura: il pericolo nascosto che possiamo prevenire

Il rischio elettrico in agricoltura: cosa devono sapere aziende e lavoratori

Nel lavoro agricolo siamo abituati a confrontarci con rischi evidenti: macchine in movimento, terreni scoscesi, agenti atmosferici. L’energia elettrica è un elemento indispensabile in qualunque attività produttiva, ma nelle aziende agricole e vivaistiche rappresenta una fonte di rischio spesso sottovalutata. Un rischio spesso silenzioso, che si manifesta quando attrezzature, mezzi o persone entrano accidentalmente in contatto — o anche solo in eccessiva vicinanza — con infrastrutture elettriche presenti nell’ambiente.

Le linee aeree che attraversano i campi, i cavi interrati, gli impianti di irrigazione e le attrezzature metalliche costituiscono un contesto in cui un errore di valutazione può trasformarsi in un incidente grave.

I numeri forniti da INAIL parlano chiaro:

  • 39 infortuni per cause elettriche in agricoltura nel quinquennio 2019–2023;
  • 51 infortuni mortali e gravi registrati dal sistema Infor.Mo tra 2002 e 2021, di cui ben 28 dovuti a contatto con linee elettriche aeree durante attività comuni come potature, raccolte o carichi/scarichi

Questi numeri mostrano come il rischio elettrico sia concreto e richieda attenzione, formazione e precauzioni adeguate.

Perché il rischio elettrico è così frequente in agricoltura?

Il settore agricolo è un ambiente ricco di interferenze elettriche. Le più diffuse sono:

  • Linee elettriche aeree a bassa, media e alta tensione, spesso presenti sopra frutteti, uliveti e vivai.
  • Cavi elettrici interrati, non visibili e talvolta non segnalati.
  • Impianti privati (pozzi, serre, capannoni) alimentati elettricamente.
  • Elementi conduttivi utilizzati quotidianamente: scale metalliche, bracci idraulici, PLE, aste telescopiche, macchine irrigatrici.

Molte attrezzature utilizzate quotidianamente — scale in metallo, aste telescopiche, potatori, abbacchiatori, bracci di carico, mezzi con componenti elevabili — sono buoni conduttori, e quindi possono diventare veicolo di passaggio della corrente anche senza un contatto diretto, ma per semplice avvicinamento alle parti in tensione.

Molti incidenti avvengono perché il lavoratore non percepisce la distanza reale della linea elettrica o non ha consapevolezza che anche un materiale umido o un getto d’acqua possono condurre elettricità.
Il documento INAIL ricorda, ad esempio, che i getti irrigui contenendo sali disciolti sono in grado di condurre corrente, rappresentando un pericolo in caso di vicinanza a linee in tensione.

Il documento INAIL evidenzia come gli incidenti mortali avvengano principalmente in tre contesti:

  • Potatura, soprattutto con PLE o attrezzi estensibili: 22 casi mortali.
  • Carico e scarico con coclee o bracci idraulici: 4 casi.
  • Raccolta con scale o agevolatori: 2 casi.

Tra le cause ricorrenti:

  • mancanza di consapevolezza del pericolo,
  • assenza di informazioni specifiche,
  • uso scorretto delle attrezzature in altezza,
  • sottovalutazione della distanza dalle linee elettriche,
  • mancanza di formazione adeguata.

La conclusione dell’INAIL è chiara: molti incidenti sarebbero evitabili con una migliore pianificazione e formazione.

Contatto e distanza: le due parole chiave della prevenzione

L’obiettivo in ogni fase di lavoro è evitare il contatto con parti in tensione e mantenere una distanza di sicurezza adeguata.

Il D. Lgs. 81/2008 (art. 83) stabilisce che i lavori in prossimità di linee elettriche devono essere organizzati in modo da impedire qualsiasi avvicinamento pericoloso. L’allegato IX fornisce le distanze minime che non devono mai essere violate:

Distanze minime dalle linee elettriche non protette

  • Fino a 1.000 V: 3 m
  • Da 1.000 a 30.000 V: 3,5 m
  • Da 30.000 a 132.000 V: 5 m
  • Oltre 132.000 V: 7 m

Analogamente, il DM 21.03.1988 e le norme CEI definiscono le altezze minime delle linee aeree (da 5 a 7,8 metri a seconda della tensione), utili per valutare il rischio durante l’uso di attrezzature elevate.

Il caso dell’irrigazione

Anche l’acqua è un conduttore: getti irrigui che raggiungono una linea elettrica possono diventare estremamente pericolosi. La normativa CEI richiede almeno 1 metro di distanza tra il getto e conduttori nudi in media tensione.

Cosa devono fare aziende e operatori: indicazioni pratiche

Prima dell’inizio delle attività

  • Effettuare una valutazione dell’area, individuando linee elettriche aeree e potenziali cavi interrati.
  • Considerare sempre in tensione ogni infrastruttura elettrica.
  • Pianificare i lavori tenendo conto della lunghezza di attrezzi e mezzi (scale, aste, PLE, bracci meccanici).

Durante le lavorazioni

  • Mantenere distanze di sicurezza da linee e impianti, anche durante spostamenti e rotazioni dei mezzi.
  • In potatura, evitare che rami e tronchi cadano sulle linee.
  • In irrigazione, mantenere i getti d’acqua lontani dalle linee elettriche.
  • In caso di scavi >50 cm, verificare con il proprietario del terreno o il distributore la presenza di cavi interrati.
  • Contattare il distributore elettrico per chiedere la disalimentazione della linea quando non sia possibile mantenere le distanze previste.

Cosa fare in caso di infortunio elettrico

INAIL fornisce linee guida chiare su come comportarsi in caso di elettrocuzione o contatto con parti in tensione

  • Non toccare la vittima se è ancora collegata alla fonte elettrica.
  • Chiamare subito il 112/118 e seguire le istruzioni dell’operatore.
  • Non utilizzare acqua per spegnere fiamme sull’infortunato se non è certa l’interruzione dell’alimentazione elettrica.
  • Valutare coscienza e respiro solo se in condizioni di sicurezza.
  • In assenza di respiro, iniziare la rianimazione cardiopolmonare se formati o su indicazione del soccorritore.
  • In caso di ustioni, raffreddare con acqua solo dopo aver eliminato il rischio elettrico.

Conclusioni

Il rischio elettrico in agricoltura è reale, diffuso e spesso sottostimato. Interessa tutte le aziende, dai vivai agli oliveti, dalla frutticoltura alle attività di manutenzione del verde.
Tuttavia, seguendo poche ma essenziali regole — riconoscere le infrastrutture elettriche, pianificare correttamente i lavori, rispettare le distanze, formare adeguatamente il personale — è possibile eliminare la maggior parte delle situazioni di pericolo.

La prevenzione passa dalla conoscenza: più gli operatori sono informati, più lavorano in sicurezza.

Fonte: INAIL.it