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19 Aprile 2024

Aumento della cedolare secca sugli affitti brevi dal 2024

La novità in legge di Bilancio 2024 non sarà sicuramente gradita ai proprietari di immobili posti in affitto.

La Manovra infatti include un articolo che riguarda le ‘Modifiche alla disciplina fiscale sulle locazioni brevi e sulle plusvalenze in caso di cessione a titolo oneroso di beni immobili’. Dal primo gennaio 2024 entra in vigore una norma per l’incremento dell’imposta.

L’aumento della cedolare secca, attualmente pagata sulle locazioni turistiche e affitti brevi (anche quelli di un solo giorno) comporta il passaggio dall’aliquota al 21% a quella al 26% per i redditi derivanti da questi contratti (canoni), anche se solo per gli immobili oltre il primo.

Pertanto si ha una distinzione:

  • se il contribuente ha soltanto un immobile locato con affitto breve, il prelievo della cedolare resta quello di sempre, cioè fisso al 21%;
  • l’aumento al 26% scatta quindi dal secondo immobile e fino al quarto;
  • se poi gli immobili sono più di quattro, a quel punto l’attività viene inquadrata come impresa, con l’obbligo conseguente per il locatore di aprirsi la partita IVA.

Semplificando può capitare che un locatore dia in affitto breve tre immobili, su uno di essi (a sua scelta) verrà applicata la cedolare “light” del 21%, mentre sugli altri due quella nuova del 26%.

Di fatto la novità dell’aumento della cedolare secca non sarebbe lieve, ma pari a quasi un quarto del peso fiscale per moltissimi cittadini che, in particolare nelle città di maggior richiamo turistico in Italia come pure nelle località costiere e di montagna, in vari periodi dell’anno stanno mettendo a reddito le loro abitazioni (prime case o ulteriori immobili di proprietà), per fronteggiare il peso del carovita e per conseguire dei redditi alternativi, che comunque possono far comodo.

Oltre al bisogno di far cassa da parte dello Stato, dietro la scelta dell’incremento della cedolare secca forse si cela però anche una mossa che, in qualche modo, vuol venire incontro alle strutture ricettive. Hotel e alberghi, infatti, pagano complessivamente più tasse e da tempo lamentano una concorrenza sleale da parte di chi pratica gli affitti brevi in veste di locatore.

Fonte: Lavoriediritti.com