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27 Giugno 2025

Allergie ai pollini in ambiente di lavoro

Le allergie da pollini rappresentano una problematica in costante aumento, con importanti ricadute non solo sulla salute dei soggetti colpiti, ma anche sulla loro produttività lavorativa.

In ambito occupazionale, l’esposizione a pollini può costituire un rischio significativo, soprattutto per chi opera all’aperto o in ambienti in cui è presente un’alta concentrazione di allergeni aerodispersi.

L’asma occupazionale è una delle principali malattie professionali allergiche, causando inevitabilmente una riduzione dell’efficienza lavorativa dell’individuo, spingendolo inoltre a periodi di assenza dal lavoro prolungati.

In ambito occupazionale, i rischi correlati all’esposizione a pollini variano in base al tipo di attività. I lavoratori più esposti includono:

  • Agricoltori e giardinieri costantemente a contatto con piante e polveri vegetali.
  • Lavoratori agricoli nelle serre.
  • Fiorai.
  • Olivicoltori.
  • Addetti alla manutenzione del verde urbano.
  • Operai edili o personale dei cantieri all’aperto.
  • Autotrasportatori e addetti alla logistica che operano in zone polverose.

La valutazione degli effetti degli allergeni pollinici in ambito occupazionale può essere condotta in diversi modi:

  • Utilizzo di specifici strumenti informativi: questionari clinico-anamnestici in grado di valutare le condizioni di salute del lavoratore, raccogliere informazioni sull’attività pregressa e inquadrare le fonti di esposizione in ambiente di vita e di lavoro.
  • Test specifici per valutare gli aspetti clinici dell’asma, ma anche le manifestazioni allergiche quali la rinite cronica.
  • Monitoraggi pollinici in ambienti di lavoro per differenziare tra giorni e ore lavorative rispetto a giorni e ore non lavorativi, correlandoli alla presenza e alle azioni degli occupanti in ambienti indoor.

I sintomi possono essere di diverso tipo:

  • Sintomi respiratori: con rinite allergica che si manifesta mediante starnuti, congestione nasale e prurito al naso; asma allergica con tosse, difficoltà respiratoria, senso di costrizione toracica; tosse cronica.
  • Sintomi oftalmologici: con congiuntivite allergica che si manifesta mediante occhi rossi, pruriginosi e lacrimazione.
  • Sintomi cutanei: con orticaria da contatto o dermatite allergica.

L’esposizione cronica può causare un peggioramento dei sintomi e, nei casi più gravi, portare all’inidoneità temporanea o permanente per mansioni specifiche.

Fonte: puntosicuro.it