Le allergie da pollini rappresentano una problematica in costante aumento, con importanti ricadute non solo sulla salute dei soggetti colpiti, ma anche sulla loro produttività lavorativa.
In ambito occupazionale, l’esposizione a pollini può costituire un rischio significativo, soprattutto per chi opera all’aperto o in ambienti in cui è presente un’alta concentrazione di allergeni aerodispersi.
L’asma occupazionale è una delle principali malattie professionali allergiche, causando inevitabilmente una riduzione dell’efficienza lavorativa dell’individuo, spingendolo inoltre a periodi di assenza dal lavoro prolungati.
In ambito occupazionale, i rischi correlati all’esposizione a pollini variano in base al tipo di attività. I lavoratori più esposti includono:
- Agricoltori e giardinieri costantemente a contatto con piante e polveri vegetali.
- Lavoratori agricoli nelle serre.
- Fiorai.
- Olivicoltori.
- Addetti alla manutenzione del verde urbano.
- Operai edili o personale dei cantieri all’aperto.
- Autotrasportatori e addetti alla logistica che operano in zone polverose.
La valutazione degli effetti degli allergeni pollinici in ambito occupazionale può essere condotta in diversi modi:
- Utilizzo di specifici strumenti informativi: questionari clinico-anamnestici in grado di valutare le condizioni di salute del lavoratore, raccogliere informazioni sull’attività pregressa e inquadrare le fonti di esposizione in ambiente di vita e di lavoro.
- Test specifici per valutare gli aspetti clinici dell’asma, ma anche le manifestazioni allergiche quali la rinite cronica.
- Monitoraggi pollinici in ambienti di lavoro per differenziare tra giorni e ore lavorative rispetto a giorni e ore non lavorativi, correlandoli alla presenza e alle azioni degli occupanti in ambienti indoor.
I sintomi possono essere di diverso tipo:
- Sintomi respiratori: con rinite allergica che si manifesta mediante starnuti, congestione nasale e prurito al naso; asma allergica con tosse, difficoltà respiratoria, senso di costrizione toracica; tosse cronica.
- Sintomi oftalmologici: con congiuntivite allergica che si manifesta mediante occhi rossi, pruriginosi e lacrimazione.
- Sintomi cutanei: con orticaria da contatto o dermatite allergica.
L’esposizione cronica può causare un peggioramento dei sintomi e, nei casi più gravi, portare all’inidoneità temporanea o permanente per mansioni specifiche.
Fonte: puntosicuro.it