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21 Novembre 2025

Incidenti in itinere: il rischio fuori dall’azienda che può costare più del previsto

Domenica 16 novembre si è celebrata la Giornata Mondiale delle Vittime della Strada, istituita dalle Nazioni Unite per richiamare l’attenzione sul dramma degli incidenti stradali e sulle misure da prendere per la prevenzione.
In Italia, secondo i dati più recenti, nel primo semestre del 2025 si sono verificati oltre 82 000 incidenti con lesioni, circa 111 000 feriti e 1.310 morti.
Per le aziende che hanno dipendenti che viaggiano, appaltatori che trasportano merci o flotte aziendali, il tragitto casa-lavoro e viceversa (o durante attività di trasporto) rappresenta un’occasione importante di rischio.
In questo contesto entra in gioco la figura dell’“infortunio in itinere” — una fattispecie che richiede attenzione, perché spesso sottovalutata.

Definizione di infortunio in itinere

L’infortunio in itinere è l’evento lesivo che colpisce un lavoratore durante il normale tragitto tra la propria abitazione e il luogo di lavoro, oppure viceversa, e in orario congruo rispetto all’orario di lavoro previsto dal contratto.

Più nel dettaglio:

  • Il tragitto deve essere quello abituale o comunque normale, tra casa e lavoro o viceversa.
  • Deve avvenire in orario “congruo” all’orario di lavoro: ciò significa che il tragitto si colloca in un periodo temporale che sia ritenuto ragionevole rispetto all’orario contrattuale di inizio o fine lavoro.
  • La tutela riguarda il lavoratore durante il tragitto, non invece un percorso che si sia allontanato significativamente dal tragitto abituale senza necessità professionali esplicite.

In sostanza: se un dipendente esce di casa, percorre il tragitto previsto per recarsi al lavoro o rientrare, e subisce un incidente, quell’evento può essere qualificato come infortunio in itinere e rilevante ai fini della prevenzione aziendale e della tutela assicurativa.

🔍 Quando si parla di infortunio in itinere?

L’INAIL considera infortunio in itinere ogni evento lesivo che avviene durante gli spostamenti necessari e funzionali al lavoro. Non si tratta quindi solo del tragitto casa-lavoro, ma di tre situazioni ben precise, tutte coperte dalla tutela assicurativa.

Tragitto casa ↔ luogo di lavoro

È la situazione più conosciuta:

  • il percorso abituale e ragionevole che il lavoratore compie per recarsi al lavoro e per tornare a casa;
  • in orari coerenti con l’inizio o la fine del turno (orario “congruo”);
  • senza deviazioni ingiustificate o interruzioni per motivi personali.

➡️ Rappresenta la quota più significativa degli infortuni in itinere denunciati.

Tragitti tra diverse sedi o luoghi di lavoro

Rientra tra gli infortuni in itinere anche lo spostamento del dipendente:

  • da una sede aziendale all’altra,
  • da un luogo di lavoro esterno a un altro (es. cliente, cantiere, magazzino, fornitore),
  • durante trasferte necessarie all’attività professionale.

➡️ In questi casi lo spostamento è parte integrante della prestazione lavorativa e quindi pienamente tutelato.

Tragitto per raggiungere la mensa esterna (se non presente in sede)

Il percorso è riconosciuto come infortunio in itinere quando:

  • l’azienda non dispone di mensa interna,
  • il lavoratore si sposta verso una mensa esterna convenzionata o comunque abituale,
  • il tragitto è il più diretto e giustificato dalla pausa pranzo prevista dal contratto.

➡️ È una tutela importante, spesso poco conosciuta, ma pienamente riconosciuta dall’INAIL.

I dati più recenti e il trend

Ecco alcuni spunti utili per comprendere lo scenario:

  • Nei primi sette mesi del 2025, le denunce di infortuni in itinere all’INAIL (esclusi gli studenti) sono state circa 54.979, in aumento dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.
  • In quel periodo, i casi mortali in itinere sono stati 168, 33 in più rispetto ai 135 dello stesso periodo 2024 (+24,4%).
  • In un rapporto più ampio, dal 2020 al 2024, le denunce per infortuni in itinere sono aumentate di circa +45,4%.
  • È interessante notare che, mentre gli infortuni “in occasione di lavoro” (ossia durante lo svolgimento della mansione) registrano un calo, quelli “in itinere” mostrano segni di crescita o comunque di forte attenzione. Ad esempio, nel primo semestre 2025, gli infortuni “in occasione di lavoro” sono in lieve calo (–0,6 %) mentre quelli in itinere hanno registrato un decremento minimo (-0,03 %) ma un incremento dei casi mortali (+32,7 %).

Cosa significa per le aziende:

  • Il tragitto casa-lavoro e viceversa conserva un profilo di rischio elevato e crescente in termini relativi.
  • Per chi ha dipendenti che viaggiano (flotte, trasporti, agenti, autisti), il tema della mobilità diventa parte integrante della gestione della salute e sicurezza sul lavoro.
  • La coincidenza con la Giornata mondiale delle vittime della strada ci ricorda che anche gli spostamenti “normali” possono avere conseguenze gravi e che la prevenzione non riguarda solo l’interno dell’azienda, ma anche l’esterno.

Collegamento con la Giornata mondiale delle vittime della strada

La Giornata mondiale delle vittime della strada, celebrata nel nostro Paese il 16 novembre, rappresenta un’occasione per riflettere su quanto i tragitti quotidiani – anche quelli apparentemente ordinari – possano trasformarsi in eventi tragici.

Collegare l’analisi degli incidenti in itinere alla Giornata Mondiale delle Vittime della Strada significa ricordare che la sicurezza non inizia e non finisce in azienda, ma comprende anche tutto ciò che avviene durante gli spostamenti dei lavoratori.
Per l’azienda, è un momento ideale per richiamare tutti i soggetti — dipendenti, appaltatori, partner — all’attenzione sulla mobilità sicura e per connettere la prevenzione degli infortuni stradali con la responsabilità aziendale in materia di sicurezza sul lavoro.

Ricordiamo che un incidente “in itinere” può non essere solo un tragico evento personale, ma anche un rischio gestionale, assicurativo e reputazionale per l’azienda — soprattutto se coinvolge attività aziendali, flotte, trasporti.
Collegare questa consapevolezza al contesto dell’azienda significa rafforzare la cultura della sicurezza e prendere misure concrete per ridurre il rischio.

Conclusione

In sintesi: l’infortunio in itinere è un fenomeno che merita attenzione — non solo perché riguarda “lo spostamento” ma perché tale spostamento è parte integrante del rapporto di lavoro, della logistica aziendale, della sicurezza complessiva dell’organizzazione.
I dati — e in particolare l’aumento del numero di casi mortali in itinere — ci dicono che la strada non è separata dal lavoro: diventa essa stessa ambiente di lavoro.
Collegare il tema con la Giornata mondiale delle vittime della strada significa dare un messaggio forte: ogni tragitto conta, ogni veicolo e ogni spostamento possono essere un’occasione di rischio o un’opportunità di sicurezza.
Con la giusta attenzione da parte dei datori di lavoro, Safety Manager e responsabili aziendali, si può contribuire a ridurre gli incidenti, proteggere i lavoratori e costruire un ambiente di lavoro più sicuro — dalla porta di casa al rientro.

Gli incidenti in itinere rappresentano un problema reale e crescente. Per i datori di lavoro, significa adottare un approccio che va oltre i cancelli aziendali, integrando la sicurezza stradale nella formazione, nella valutazione dei rischi e nella comunicazione interna.
Prevenire un infortunio in itinere non è solo un obbligo normativo: è una responsabilità verso i lavoratori e verso l’intera organizzazione.

Fonte: puntosicuro.it